
Nel panorama del commercio internazionale, le dogane non sono più semplicemente un passaggio obbligato, ma si configurano come attori centrali nella tutela della sicurezza, della legalità e nell’efficienza delle transazioni globali. Oggi il settore doganale è attraversato da una trasformazione profonda, trainata da quattro fattori principali: digitalizzazione, transizione ecologica, revisione della normativa europea e crescente instabilità geopolitica. Questo contesto in continua evoluzione viaggia parallelo alla crescita C-Trade, la prima realtà italiana ad adottare un approccio integrato alla consulenza doganale giunta al suo decimo anniversario.
Fondata nel 2015 da Lucia Iannuzzi e Paolo Massari, C-Trade ha saputo anticipare le evoluzioni del settore, diffondendo la cultura doganale e sostenendo le imprese italiane in un mercato globale sempre più competitivo e interconnesso. La ricorrenza è l’occasione per riflettere sui cambiamenti più rilevanti che hanno interessato il settore doganale negli ultimi dieci anni. Ripercorriamoli insieme.
La svolta digitale e l'intelligenza artificiale: verso una nuova dogana
La trasformazione digitale non è più un'opzione, ma un passaggio obbligato. Strumenti come lo Sportello Unico Doganale e i sistemi informatizzati di gestione del rischio sono diventati fondamentali per garantire controlli più rapidi, mirati ed efficienti. Documenti come la revisione della Convenzione di Kyoto e il SAFE Framework dell’Organizzazione Mondiale delle Dogane hanno promosso un uso più intelligente dei dati, rafforzando la cooperazione tra pubblico e privato.
Il Modello Dati OMD 4.0 rappresenta oggi lo standard per favorire l’interoperabilità tra i vari sistemi e le autorità coinvolte. “Ma l’innovazione non si arresta: l’integrazione dell’intelligenza artificiale e delle analisi predittive sta modificando le pratiche operative, aprendo nuove opportunità ma anche nuove sfide sul piano giuridico e gestionale”, spiegano Iannuzzi e Massari.
Transizione ecologica e CBAM: sostenibilità con pragmatismo
La sostenibilità ambientale entra ufficialmente nell’ambito doganale con l’introduzione del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM). “Dopo una prima fase pilota, l’Unione Europea ha recentemente adottato il pacchetto di semplificazioni ‘Omnibus I’, che conserva l’ambizione ecologica, ma riduce il carico burocratico per le piccole e medie imprese”, sottolineano i fondatori. L’introduzione della soglia di 50 tonnellate annue per l’esenzione dagli obblighi e le nuove modalità di dichiarazione segnano un progresso verso una dogana più equa, verde ed efficiente.
Transizione ecologica e CBAM: un sistema in evoluzione tra sostenibilità e lotta all’elusione
La sostenibilità ambientale continua a ridisegnare il ruolo delle dogane, e il CBAM (Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere) rappresenta oggi uno degli strumenti cardine della strategia climatica dell’UE. “Dopo l’avvio della fase transitoria, la Commissione Europea ha abbassato la soglia di 50 tonnellate annue per l’esenzione dagli obblighi, ed ha poi ha avviato una consultazione pubblica per estendere il CBAM anche ai prodotti trasformati (“downstream products”) e per introdurre nuove misure anti-elusione”, spiegano Iannuzzi e Massari. Tra le novità in discussione, anche una revisione del trattamento delle importazioni di elettricità e l’introduzione di obblighi di tracciabilità più rigorosi. “Le imprese sono oggi chiamate a confrontarsi con un sistema più maturo e strutturato, in grado di coniugare competitività, responsabilità ambientale e trasparenza lungo la catena del valore”, concludono i due esperti.
Riforma doganale UE: dati, imprese e semplificazione al centro
In ambito europeo è in corso una profonda revisione dell’Unione doganale: Commissione e Consiglio si palleggiano il testo della Riforma per renderlo più vicino alle esigenze di semplificazione e digitalizzazione, senza perdere un sistema di controllo efficiente. “La nuova impostazione ruota attorno a tre assi fondamentali: una cooperazione rafforzata con le imprese, controlli intelligenti e una gestione centralizzata dei dati. L’obiettivo è garantire maggiore trasparenza, regolamentare in modo più efficace le piattaforme e-commerce – equiparandole a veri e propri importatori – e introdurre un sistema semplificato per le spedizioni di modesto valore”, evidenziano Iannuzzi e Massari. In un contesto segnato dalla rapida espansione del commercio elettronico, queste innovazioni risultano indispensabili.
Geopolitica e commercio: l’incertezza diventa regola
Sul fronte internazionale, le relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea sono sempre più tesi: dopo la nuova imposizione di dazi al 30% per tutti i prodotti importati dal’UE a partire dal 1° agosto, il timore di una disfatta aumenta tra gli esportatori. “I settori strategici del Made in Italy, dalla meccanica all’agroalimentare, subiranno contraccolpi economici ingenti, stimati in miliardi di euro in termini di costi doganali, serve una risposta dell’Europa decisa e coesa per limitare al minimo i danni”, avvertono i due esperti.
“E i rischi non finiscono qui: le ripercussioni delle reazioni iraniane ai recenti attacchi militari potrebbero coinvolgere il traffico commerciale globale – dallo stretto di Hormuz al canale di Suez – sollevando interrogativi sul rispetto del diritto internazionale e sull’evoluzione di altri conflitti, come quello in Ucraina. Il ruolo delle dogane, in questo scenario, rimane ancora incerto e fluido”, aggiungono.
Verso una nuova cultura doganale
In un contesto segnato da cambiamenti normativi rapidi, instabilità geopolitica, crescita dell’e-commerce e sfide ambientali, è fondamentale adottare una nuova visione della funzione doganale: non più solo reattiva, ma proattiva, consapevole e integrata.
C-Trade è nata proprio con questo obiettivo: offrire alle imprese strumenti concreti, competenze avanzate e una visione strategica per affrontare le sfide attuali e prepararsi a quelle future. A dieci anni dalla sua fondazione, celebrati insieme ad aziende e professionisti del settore, la società rinnova l’invito ad agire con lungimiranza, anticipando i cambiamenti piuttosto che subirli.
“Oggi guardiamo avanti – dichiarano Lucia Iannuzzi e Paolo Massari – con lo stesso entusiasmo e spirito di collaborazione che ci accompagna fin dal primo giorno”. E concludono: “La nostra missione resta quella di trasmettere conoscenza, aggiornare costantemente e supportare le imprese: perché dietro ogni attività ci sono le persone, e l’innovazione più potente è quella che mette al centro proprio le persone”.