08/12/2014

A Daniele Testi, nuovo presidente di SOS LOG

"SOS LOG è la prima ed unica associazione focalizzata sul tema della logistica sostenibile. Dal 2005, anno di fondazione, l’associazione vuole dimostrare che la ricerca di soluzioni economicamente vantaggiose non è in contrasto con la ricerca delle soluzioni più sostenibili sotto il profilo ambientale, partendo dal presupposto che nella maggior parte dei casi “inquinare ha un costo". Anzi, l’applicazione di principi e buone pratiche di sostenibilità alle operation aziendali e ai prodotti crea distintività e vantaggio competitivo. Il nostro obiettivo primario è quello di raccogliere e diffondere i migliori esempi e iniziative aziendali su questo tema. Non offriamo ai nostri associati delle risposte ma ci impegniamo ad affiancarle e supportarle nel loro nel percorso d’innovazione e sviluppo". Esordisce così Daniele Testi, neo-presidente dell'Associazione, da poco divenuta anche partner di Assologistica. 

Quali gli obiettivi della sua presidenza? 
In primis trovare tutte le possibili sinergie con altre associazioni impegnate nell’ambito della sostenibilità e Corporate Social Responsibility (CSR): per questo abbiamo deciso di associarci ad Assologistica avendo verificato, con la presidenza di Mearelli, la volontà di un impegno e stimolo su questo tema. La situazione economica in cui versa la maggior parte delle imprese, impegnate a ritrovare competitività, spero possa essere una leva per contrastare la dispersione dell’offerta associativa, spesso inefficace e con forte aree di sovrapposizione tra le diverse associazioni settoriali. Inoltre ci siamo dati l’obiettivo di allargare il perimetro di azione al di fuori dell’Italia con un focus specifico alla committenza della logistica. Stiamo inoltre rinnovando le modalità di comunicazione e l’immagine di SOS LOG per valorizzare l’esperienza raccolta in questi dieci anni di attività.

Qual è il livello di consapevolezza che le aziende della logistica hanno del ruolo della sostenibilità ambientale per il loro business? 
Dal nostro osservatorio notiamo un crescente grado di consapevolezza, ma questo non è detto che corrisponda a una messa in pratica. L’Italia è in ritardo nel recepire alcune normative internazionali e per questo la sostenibilità è ancora vissuta come una pratica a carattere volontario. Ci sono esempi importanti di aziende che riescono a innovare i propri prodotti e servizi puntando su modelli più sostenibili, ma credo che la spinta in questa direzione sia fortemente dipendente dalle persone e dai manager che decidono di accettare questa sfida. Manca ancora un modello culturale che, ripetendo quello che è il nostro slogan, possa vedere nella ricerca di soluzioni sostenibili un’opportunità di sviluppo, competitività e ovviamente profitto. 

E i media di settore come si muovono al riguardo? 
Nei media noto una grande attenzione a queste tematiche; credo dipenda dal fatto che molte aziende di prodotto e servizio abbiano compreso la possibilità di valorizzare e differenziare la loro value proposition, proprio attraverso la comunicazione di queste tematiche. Ciò che mi auguro è che ci sia sempre di più la possibilità di raccontare le buone pratiche e l’innovazione nei processi logistici anche al di fuori dei media di settore, facendo recuperare alla logistica il ruolo che le compete dal punto di vista strategico ed economico. 

Sostenibilità-logistica-politica: trinomio vincente, a patto di... 
Ragionare sul medio lungo periodo e non in un’ottica di massimo ritorno nel breve. Dobbiamo sempre ricordarci del mondo che vorremmo lasciare alle nuove generazioni.  

Rispetto ad altri Paesi europei più evoluti dal punto di vista della sostenibilità, qual è il “gap" più evidente evidenziato dal nostro Paese? 
Abbiamo un problema dimensionale che spesso è di ostacolo alla ricerca e all’innovazione. Agiamo in modo individuale perdendo di vista il sistema nel suo complesso. Da questo punto di vista scontiamo anche una scarsa regia a livello istituzionale. Non c’è infatti peggior decisione del non decidere e sul tema della logistica siamo deficitari di un disegno complessivo che metta in evidenza obiettivi ed opportunità sui quali focalizzare le risorse.  

Lei si è spesso occupato di formazione dei giovani, che ruolo attribuisce a questa “componente" per favorire una coscienza “green" anche in ambito logistico? 
E’ una componente essenziale che dovrebbe contaminare l’attività di ogni azienda, quotidianamente: una scuola di formazione continua porterebbe vantaggi ad entrambi, i giovani e le aziende. I giovani prenderebbero contatto con la realtà, complessa e difficilmente inquadrabile in un testo scolastico. Le aziende, per contro, imparerebbero a semplificare i loro modelli di interazione e a guardare da un'altra prospettiva i propri processi di creazione del valore. La logistica, d’altronde, è un laboratorio a cielo aperto che ha un impatto sulla quotidianità di tutti noi: un ottimo campo per seminare bene e raccogliere, un domani, dei frutti migliori.

a cura di Ornella Giola

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