20/05/2013

A Roberto Rossi, presidente di Palletways

“Quando nel 2007 sono diventato presidente di Palletways c’erano tre tipologie di pallet (determinano la tariffa del servizio non più pagato sulla conversione peso volume, ma sulla tipologia di unità acquistata) ora ne abbiamo sei. Trasformiamo in continuazione il nostro mix di offerta, perché vogliamo che i nostri servizi siano congrui con la domanda del mercato". Esordisce così Roberto Rossi di Palletways, network paneuropeo specializzato nel trasporto espresso di merce pallettizzata.

Quali trend ha evidenziato il mercato nel 2012 e cosa sta mostrando in questo inizio di 2013?
Noi abbiamo una visione “sfalsata", perché il nostro anno fiscale va da maggio a giugno. Nel 2012 abbiamo raggiunto il milione di pallet già a novembre. Anche per il 2013/2014 prevediamo di superare questo dato, con una crescita ulteriore del 30%. Un risultato che può forse essere preso come termometro della crisi caratterizzata dal calo dei carichi completi e dall’aumento di quelli frazionati, segmento di mercato in cui siamo specializzati. Un altro fenomeno a nostro favore è il parziale smembramento delle reti captive, cioè delle reti gestite in proprio dai clienti.

Quindi nei vostri hub il business non conosce crisi?
Quello di Milano (San Giuliano), aperto a settembre 2012, sta letteralmente volando. Sta volando anche Avellino, aperto qualche anno fa per le trazioni sud su sud, dove il nostro servizio - offerto da venticinque concessionari - è molto competitivo in costi e rese. E anche Bologna (Calderara di Reno) sta andando molto bene, per cui abbiamo recentemente allargato la struttura da 14mila a 19mila mq. Tutti i nostri tre hub sono posizionati in modo funzionale rispetto alle autostrade; Avellino, in particolare, ha un’ottima localizzazione per chi arriva da sud.

Gli stessi risultati arrivano anche dai traffici internazionali?
Sta andando molto bene anche il servizio internazionale, che per scelta offriamo solo in Paesi dove sono presenti gli altri nostri Network (Belgio, Danimarca, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna e di recente la Svizzera), a parte un partner al quale ci appoggiamo per la Francia che però garantisce un servizio congruente con i nostri standard. Abbiamo fatto questa scelta perché vogliamo avere servizi omogenei in tutti i Paesi. Un’altra tendenza che stiamo notando è che attiriamo sempre di più l’attenzione delle “blue chip", che ci annoverano quindi fra i “grandi operatori logistici".

di Ornella Giola

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