18/03/2022

Parla Marcello Corazzola di Gruber Logistics

Fondata nel 1936 da Josef Gruber, l’azienda tuttora di proprietà della famiglia Gruber si è ben presto specializzata nei carichi eccezionali per evolversi successivamente in un operatore logistico capace di offrire servizi in differenti aree operative. Dalla sede principale di Ora (Bolzano) ha nel tempo costruito una rete capillare che attualmente include 35 sedi in 10 Paesi (Cina compresa). Dei progetti e delle strategie di sviluppo di Gruber Logistics abbiamo parlato con il suo amministratore delegato Marcello Corazzola.


 

Marcello Corazzola


Gruber Logistics ha da poco puntato sulla logistica anche in Italia: quali le ragioni che stanno dietro a questa scelta?

Corazzola: In effetti, pur essendo un’azienda italiana con capitale ancora interamente in mano alla famiglia Gruber, abbiamo storicamente implementato progetti di logistica essenzialmente all’estero, soprattutto in Germania. Un processo in qualche modo inverso rispetto a quanto fanno normalmente le aziende “investire dapprima sotto casa per poi internazionalizzare". Credo dipenda dal semplice fatto che la mentalità dell’azienda è di per sé “internazionale". I limiti geografici sono spesso mentali, limiti che da noi di fatto non ci sono. La scelta di investire in Italia anche in logistica è nata due anni fa per cogliere le opportunità che il mercato italiano offre. Nel nostro paese ci sono aziende meravigliose. Quello che fanno le PMI italiane non si vede in nessun altro paese al mondo.


 

Quali gli investimenti in questo specifico ramo d’azienda?

Corazzola: Gli investimenti si sono concentrati su due asset principali: aree logistiche e conoscenza. Per quanto riguarda i nostri hub abbiamo investito in 100.000 mq di magazzino dislocati in varie regioni italiane con un focus sull’hinterland milanese, dove abbiamo attualmente 50.000 mq in tre hub differenti (Bollate, Pavia e Lainate). Per la nostra idea di logistica l’elemento più determinante sono però gli investimenti in conoscenza. Ripeto spesso ai nostri collaboratori che la logistica non sono scaffali, spazi in affitto e carrelli. La logistica è valore, soluzioni, digitalizzazione, esperienza, problem solving, cura del cliente. Il valore della logistica si trova nell’immaterialità che solo persone con il giusto approccio, dedizione e preparazione possono garantire.


 

Di logistica la vostra società si è invece sempre occupata in Germania: quali sono le differenze più evidenti che distinguono il settore in Germania da quanto accade invece in Italia. Insomma quali i punti di forza e di debolezza del comparto visti al di là e al di qua delle Alpi?

Corazzola: Le differenze sono molte. Partendo dalla relazione con i clienti, in Italia chiediamo contratti più lunghi, in Germania contratti più corti. Quello che potremmo definire “strategic outsourcing" e cioè la richiesta di una logistica in conto terzi che richieda investimenti, la creazione di una control tower, revisione processi, digitalizzazione ecc. in Germania è molto diffusa. Le progettualità sono estremamente articolate e si sviluppano anche oltre i cinque anni di contratto. In Italia si fa ancora fatica a “fidarsi" del proprio provider. La seconda grande differenza è la gestione delle persone. In Italia si esternalizza la gran parte della forza lavoro. In Germania il concetto di cooperativa semplicemente non esiste e le persone vengono assunte anche contando su un mercato di lavoro più flessibile. Per quanto riguarda noi in realtà questa differenza non sussiste. Abbiamo, infatti, introdotto la pratica di acquisizione diretta di personale anche in Italia.


 

Sostenibilità, il grande tema del momento e sul quale Gruber Logistics è da sempre impegnata: come declinate nel concreto la sostenibilità in tutti i suoi aspetti? Iniziamo dalla sostenibilità ambientale.

Corazzola: La sostenibilità è a tutti gli effetti uno dei quattro pillar della nuova strategia di Gruber Logistics da poco approvata e si declina per noi in sostenibilità sociale e ambientale. La decarbonizzazione trova di fatto applicazione secondo tre direttrici fondamentali: modal shift, utilizzo di carburanti alternativi e ottimizzazione di processo. Ci tengo a spendere una parola proprio su quest’ultimo punto in quanto è quello più trascurato e difficile da spiegare. Immaginiamo in ambito distributivo di essere in grado attraverso la revisione dei processi e l’applicazione di sistemi di deep learning di aumentare la saturazione dei carichi del 10% e utilizzare meglio di quanto facciamo il nostro network di consolidamento deconsolidamento, facendo un percorso più breve e più efficiente dal punto di vista dei consumi. Ecco che immediatamente avremo un risparmio economico e meno emissioni. “Green" è proprio un servizio che abbiamo lanciato l’anno scorso per i servizi Groupage e LTL.


 

E veniamo agli aspetti sociali ed economici della sostenibilità…

Corazzola: La sostenibilità sociale della logistica è il tema più importante per la logistica italiana. Non credo sia normale che ogni settimana leggiamo sui giornali di nuovi casi in cui pur di contrarre i costi non si sono pagati i contributi dei dipendenti o l’IVA. Come detto siamo entrati nel mercato italiano attraverso l’acquisizione diretta di personale perché per noi era il modo migliore per crescere insieme ai nostri dipendenti e applicare in concreto elementi di ingegneria organizzativa. Ci siamo altresì trovati ad aver avuto un riconoscimento molto importante per il semplice fatto di garantire trasparenza sulla gestione delle persone e sul costo del lavoro.

 


Da più parti e da tempo si sente dire che la logistica italiana ha bisogno di maggiore legalità, altri preferiscono parlare di rispetto di regole. Come si pone al riguardo Gruber Logistics?

Corazzola: Se l’essere “trasparenti nella gestione delle persone" è considerato un valore aggiunto per un’azienda di logistica significa che il settore ha un problema. Trattare correttamente e legalmente le persone non è un vanto ma l’elemento basilare da cui partire per competere. La corsa alla riduzione dei costi in modi leciti e illeciti non è un gioco al quale vogliamo partecipare. La sfida che ci siamo ripromessi di vincere è al contrario sul valore che possiamo esprimere. La nostra adesione ad Assologistica va letta proprio sotto questa luce. È necessario un’azione di sistema per ridare valore e dignità al comparto.


 


Altro tema cruciale, la formazione di dipendenti e collaboratori: quali strategie adottate al riguardo? E nello specifico quali i risultati raggiunti da Gruber Driver Academy?

Corazzola: Ho sottolineato come la “conoscenza" sia l’altro grande elemento su cui abbiamo concentrato gli investimenti. In assoluto l’asset più importante di competitività per un’azienda di servizi sono le “persone". Un motto in cui ci riconosciamo è “gain, train and retain the right people" che equivale a dire che certamente devi essere in grado di attrarre dal mercato del lavoro le persone migliori ma devi anche farle crescere e permettergli di lavorare in un ambiente sano. Su come migliorare ci interroghiamo costantemente e coinvolgiamo in questo percorso di autovalutazione tutta la struttura. La formazione è un elemento cardine della crescita che si esercita non solo attraverso l’erogazione di ore formative ma anche strutturando momenti di coaching e condivisione che coinvolgano tutti i dipendenti. La Gruber Accademy è un ottimo esempio. Un percorso formativo in otto lingue nato come attivata dedicata ai nostri autisti ed oggi sviluppata anche per il personale di magazzino. È uno degli elementi che la prestigiosa rivista FORBES ha annoverato in un articolo su Gruber Logistics. In tale ambito ci hanno indicati come una delle migliori aziende italiane in cui lavorare.

 


Il parco veicoli è uno dei vostri fiori all’occhiello: può fornire qualche dato al riguardo e indicare se ci sono all’orizzonte ulteriori investimenti?

Corazzola: La nostra flotta sta aumentando anno dopo anno. All’incirca oggi contiamo 600 mezzi e 1100 rimorchi. Riteniamo importante estendere sia il network dei nostri trasportatori, sia incrementare la gestione diretta di mezzi. Questo vale per tutti i segmenti di mercato in cui siamo coinvolti, si parli di lunghe percorrenze, distribuzione o trasporti eccezionali. L’aspetto probabilmente più interessante della nostra flotta e che si tratta di mezzi nuovi, con un’età inferiore a 3 anni. Il 30% della flotta viaggia oggi a carburanti alternativi quali Biolng, LNG e Biodiesel.

 

Strategica per l’evoluzione delle flotte è la collaborazione di realtà come la vostra con le Case produttrici di veicoli. Dal suo punto di osservazione, quale  pensa sarà il futuro di questo specifico settore produttivo?

Corazzola: La decarbonizzazione passa attraverso l’utilizzo di carburanti che non hanno origine fossile sebbene anche i mezzi a GNL presenti nella nostra flotta garantiscano un primo risultato in termini di abbattimento. I carburanti provenienti da biomasse come B100, HVO o Biolng giocano oggi un ruolo chiave. Nel lungo periodo vedo l’elettrico sia in ambito distributivo sia per quanto riguarda servizi con veicoli pesanti quali shunting o navettaggi. Sulle lunghe distanze la sfida sarà tra elettrico e idrogeno ma non mi sbilancerei in una scommessa.


 

Parliamo degli investimenti tecnologici di Gruber Logistics: quali sono i più recenti e quali progetti avete ancora in serbo?

Corazzola: In termini di innovazione, la gran parte degli investimenti si rivolgono alla digitalizzazione affrontando due temi in particolare: la creazione di eco-sistemi cooperativi digitalizzati tra i nostri partner, siano essi clienti o fornitori, e la dematerializzazione documentale. Il primo punto fa riferimento al trasferimento di dati tra gli attori della catena logistica. Un concetto estremamente complesso che stiamo trattando anche in collaborazione con la Commissione Europea essendo membri del board dalla Commissione sulla digitalizzazione della logistica e dei trasporti. Nel secondo punto rientrano iniziative diverse come la creazione di una piattaforma dedicata e sviluppata internamente denominata MyDesk nonché una recente sperimentazione fatta in collaborazione con Benetton per l’utilizzo della block chain in un sistema di CMR elettronica.

 

Vogliamo fornire qualche dato: cominciamo dal fatturato e dagli obiettivi a breve-medio termine al riguardo.

Corazzola: L’anno scorso abbiamo chiuso con 420 milioni di fatturato, incremento consistente, considerando che nel 2019, prendendo come riferimento un anno pre-pandemia, avevamo un fatturato di 360 milioni. Nel 2023 ci aspettiamo di superare i 500 milioni di fatturato. La sfida più grande però sarà il “come" crescere. Abbiamo scelto di puntare sul valore e non sulla quantità a basso costo.

 

Quali sono i vostri piani di crescita, in Italia e all’estero: ci sono nuove aperture o possibili acquisizioni all’orizzonte sul modello dell’acquisizione di Combitras? L’Europa dell’Est è sempre al centro della vostra strategia di crescita?

Corazzola:  I nostri mercati principali sono l’Italia e la Germania, da qui partono la gran parte dei nostri flussi internazionali ed è qui che sono focalizzate le nostre attività di logistica. Certamente ci saranno nuovi investimenti in questi paesi. Nelle prossime settimane apriremo in  Gran Bretagna e in Francia ma verosimilmente arriveremo a 45 filiali al termine dell’anno. Altre acquisizioni sono possibili ma per l’appunto, dovessero avvenire seguiremo la stessa filosofia dell’operazione fatta con Combitras. I due elementi chiave sono stati la funzionalità dell’acquisizione nella strategia aziendale e la comunione di intenti per costruire un nuovo futuro insieme. Sulle stesse basi potranno certamente esserci nuove operazioni.

 

Delle vostre sei aree operative (trasporti a carico completo, trasporti groupage e a carico parziale, trasporti eccezionali, trasporti aerei e marittimi, servizi logistici e traslochi industriali) quale vi sta dando maggiori soddisfazioni?

Corazzola: Noi stessi quando dobbiamo raccontare quello che facciamo elenchiamo i nostri servizi ma dal punto di vista pratico, Gruber Logistics non è un’azienda che ruota intorno alle aree di business ma ruota intorno al cliente e alle sue esigenze espresse e inespresse. Può sembrare una banalità da marketing di basso profilo ma di fatto quello che offriamo realmente è un’integrazione di servizi ad alto valore che trovano in elementi quali innovazione digitale e sostenibilità la loro espressione maggiormente visibile e concreta.

 

Gruber Logistics, come avviene per molte imprese italiane, nasce come impresa familiare. Come è evoluta nel tempo e quali valori ha conservato rispetto alle origini?

Corazzola: Tutte le nostre filiali hanno ancora oggi le stampe dei valori dell’azienda sulle pareti. Quest’attenzione agli aspetti valoriali è fondamentale. Se non ci fosse significherebbe che tutto può cambiare quando cambia un manager o un direttore. Come prima cosa ai nuovi dipendenti di Gruber Logistics vengono spiegati i valori dell’azienda. Segue la nostra mission e la nostra vision per poi arrivare agli aspetti di strategia. L’elemento chiave che va sempre ricordato è che Gruber Logistics nasce come azienda rivolta al cliente. Ai nostri manager ricordo ad ogni incontro che quando si svegliano la mattina devono avere chiaramente in testa il motivo per cui si recano al lavoro ed è semplificare la vita ai nostri clienti. Questo è il mantra che in Gruber Logistics viene ripetuto fin dal 1936. Anno di fondazione dell’azienda.

 

In quali valori crede Gruber Logistics?

Corazzola: Accettare le sfide, infondere motivazione, coltivare e creare fiducia e migliorare costantemente.


A cura di Ornella Giola

Share :