
La campagna SicuraMente, nata dal progetto comune
di quattro giganti del settore della movimentazione, Jungheinrich, Linde, OM
STILL e Toyota, è attiva da oltre un anno per sensibilizzare le aziende su temi
strategici per la salvaguardia della sicurezza in magazzino. Abbiamo
incontrato i protagonisti di questa iniziativa per tracciare l’andamento dei
lavori e conoscerne gli eventuali sviluppi.
È possibile fare un primo bilancio dell’operazione
SicuraMente?
Loreno Leri, marketing manager in OM Still Italia: Devo
ammettere che pensavo non fosse facile mettere attorno al tavolo quattro
acerrimi concorrenti molto presenti sul mercato e ognuno con un proprio DNA. Ma
l'intuizione dei nostri CEO era giusta: i quattro leader di mercato hanno il
dovere e la forza di sensibilizzare il mercato su aspetti riguardanti la
sicurezza in magazzino e, in particolare, nell’utilizzo dei carrelli elevatori.
E un’azione condotta in modo congiunto sarebbe stata di certo più efficace e
credibile. La gestione della campagna richiede per ciascuno di noi uno
sforzo in più, ma lavorare con Angela Sgualdi, Stefano, Michele e Andrea è
molto stimolante. Stare attorno al tavolo con i tuoi diretti concorrenti e
cercare di fare qualcosa di positivo per il mercato, è certamente qualcosa di
buono... perché si cerca di farlo di comune accordo. Inoltre ho la sensazione
che il mercato abbia recepito bene i temi che portiamo avanti: ne ho avuto
testimonianza diretta più volte. Credo che si possa tranquillamente
affermare che SicuraMente abbia fatto centro.
Qual è la reale motivazione che sta dietro a questa
operazione di comunicazione fatta in pool da concorrenti?
Angela Sgualdi, marketing manager in Linde: SicuraMente è una
campagna di comunicazione che ci vede collaborare su un’area, la
sicurezza, che rappresenta per ciascuna azienda uno dei principali campi di
azione, sia sul fronte dello sviluppo del prodotto che sul fronte della
formazione del personale. Tuttavia ci siamo accorti che, nonostante gli
investimenti fatti negli ultimi anni, la sensibilità del mercato su questo tema
è ancora bassa. Le motivazioni sono diverse: la sicurezza è considerata un
costo a scarso valore aggiunto, un’incombenza scomoda o, nel peggiore dei casi,
le aziende non sono informate sugli obblighi di legge, sui rischi che si
corrono in magazzino e sulle conseguenze penali a carico del datore di lavoro. Questo
scenario, oltre essere contro la nostra filosofia, porta con sè conseguenze
pesanti sul piano della salute dei carrellisti e delle persone che transitano
nell’area di lavoro o per le merci trasportate. Da qui, dunque, l’opportunità
di trasferire la nostra stessa visione al cliente finale. Come? Unendo le forze
e adottando una strategia di comunicazione comune per aumentare la
consapevolezza negli operatori e il grado di maturità del mercato sul tema
della sicurezza.
Tra i quattro temi della campagna, quale ha
suscitato maggiore interesse tra le aziende raggiunte dalla campagna?
Stefano Rustioni, marketing & sales processes manager in
Jungheinrich Italiana: Il tema relativo ai corsi per carrellisti è certamente
quello che sta riscuotendo più interesse perché coinvolge le aziende
e anche gli utilizzatori. L’effetto dell’accordo Stato-Regioni del 22
febbraio 2012 ha reso obbligatoria dal marzo 2013 la formazione dei
carrellisti. Questo ha incrementato notevolmente la richiesta di chiarimenti e
anche la partecipazione ai corsi per poter impiegare in sicurezza i carrelli
nelle varie fasi di carico, scarico e trasporto. Più in generale,
comunque, gli obblighi e le responsabilità del datore di lavoro in
materia di sicurezza e le sanzioni che ne derivano in caso di inosservanza
delle leggi possono generare confusione, soprattutto nelle aziende medio
piccole dove non esiste la figura di un responsabile che si occupi a tempo
pieno di studiare le normative in merito alla sicurezza sul lavoro. Come
spesso accade in questi casi un portale di riferimento, come sicuramente.org, può
aiutare a svolgere un ottimo servizio di informazione per chiarire ogni
aspetto.
Quanto durerà questa collaborazione sul fronte
della sicurezza?
Andrea Cortese, marketing manager in Toyota MHI: Durerà per tutto
il tempo necessario ad aumentare la consapevolezza e la sensibilità del mercato
verso questi temi. È chiaro che non esistono parametri oggettivi e
misurabili in grado di dirci quando smettere ma è altrettanto vero che non
esistono nemmeno enti o organizzazioni che si siano impegnate in modo così
determinato per la diffusione e l’approfondimento di tutti gli aspetti legati
alla sicurezza nella movimentazione dei materiali, e più propriamente nell’utilizzo
di carrelli elevatori. Sì, ci sono i corsi sulla sicurezza, quelli per
diventare preposti, o addirittura ASPP o RSPP, ma non possiamo pensare che in
poco tempo si riesca ad avere almeno una persona formata per ciascuna delle
quasi 4 milioni di aziende italiane, quasi tutte micro-imprese sotto i 10
dipendenti. Però, in una buona parte di quelle imprese ci sono quasi certamente
delle attrezzature per la movimentazione delle merci, e spesso queste sono
proprio carrelli elevatori. Inoltre, l’impianto normativo e legislativo è
talmente variegato e complesso che diventa indispensabile avere al proprio
fianco qualcuno che riesca a fare luce nei meandri burocratici. Il nostro
intento è proprio questo, e semmai possiamo parlare di come far evolvere
ulteriormente questa esperienza, per fornire al mercato un supporto informativo
sempre più valido e completo. SicuraMente… non abbiamo intenzione di
interrompere questa brillante collaborazione!