23/10/2019

Brexit, il caos continua e i tempi (forse) si allungano

Dopo l'approvazione del primo passaggio del Withdrawal Agreement Bill, i principi dell’accordo di Brexit, la Camera dei Comuni britannica si è espressa negativamente sull'altra proposta del governo britannico: un iter di soli tre giorni per l'approvazione completa del pacchetto, così da definire il divorzio al 31 ottobre.

Decisivo per questo ennesimo stop il voto contrario dei rappresentanti del Dup-Democratic unionist party, il partito unionista dell'Irlanda del nord. Ma il primo ministro Boris Johnson intende comunque tirare dritto e ha dichiarato che il Regno Unito uscirà con il suo accordo «in un modo o nell’altro», ma nel frattempo ha sospeso il processo di Brexit nel parlamento britannico, annunciando anche di voler contattare i partner europei per discutere il da farsi. 

Dal canto suo, Bruxelles è intenzionata a evitare in ogni modo un no-deal: una Brexit senza accordi produrrebbe danni ingenti per entrambi le parti in causa. Nell'eventualità di un ulteriore rinvio, comunque, il divorzio slitterebbe a gennaio 2020. Nei tre mesi che separano da questa data il primo ministro Johnson potrebbe decidere di andare al voto anticipato, tentando di ottenere la maggioranza assoluta e conseguentemente un percorso più facile in parlamento.
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