13/05/2025

Decreto Infrastrutture: in preparazione, tra grandi opere e nuove regole

Sedici articoli per una bozza che promette di ridefinire il volto delle infrastrutture italiane. Questo è il Decreto Infrastrutture 2025, ancora in fase di elaborazione e all’esame della Ragioneria generale dello Stato: il documento si muove tra ambiziosi progetti, come il ponte sullo stretto, e aggiustamenti normativi che puntano a snellire procedure e chiarire aspetti controversi del settore. Una sorta di “bozza-cantiere”, aggiornata al 12 maggio 2025, che tocca snodi cruciali come il codice degli appalti, il PNRR, le concessioni autostradali e il trasporto aereo.

Il ponte sullo stretto: tra ambizione e revisione dei costi

Il Ponte di Messina torna protagonista. Il decreto attribuisce un ruolo centrale alla società Stretto di Messina S.p.A., che verrà inserita nell’elenco delle stazioni appaltanti ANAC, potendo così gestire direttamente le gare per la realizzazione dell’opera. Prevista anche la possibilità di adeguamento dei costi contrattuali fino al 50%, in linea con la normativa UE, per affrontare le variazioni in corso d’opera.

Un altro punto chiave riguarda le garanzie finanziarie per le grandi opere (oltre 2 miliardi di euro): il parametro per l’indennizzo in caso di risoluzione anticipata del contratto potrà scendere dal 20% al 3%. Un intervento che punta a ridurre i costi a carico dei concessionari, favorendo l’avvio effettivo dei lavori.

Subappalti: in arrivo chiarimenti

Sul fronte degli appalti pubblici, il decreto si propone di chiarire gli effetti della recente stretta sul subappalto introdotta a fine 2024. Secondo il nuovo Codice dei contratti, le imprese appaltatrici non possono più utilizzare i lavori dei subappaltatori per ottenere la qualificazione Soa.

Una scelta criticata da ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), che ritiene penalizzate le imprese generali e le PMI. Per questo, il decreto potrebbe prevedere disposizioni transitorie o linee guida operative, per garantire una transizione ordinata al nuovo regime e una maggiore chiarezza sulle certificazioni.

PNRR: fondi anche per le opere complementari

Il decreto dedica attenzione anche ai progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, in particolare alla linea AV Salerno-Reggio Calabria.

La novità? Una quota fino al 2% del costo dell’intervento (massimo 60 milioni di euro) potrà essere destinata a progetti di riqualificazione urbana o mitigazione ambientale nei territori interessati, attingendo alle risorse del quadro economico dell’opera, senza necessità di ulteriori fondi esterni al PNRR.

Concessioni autostradali: nuova governance e pedaggi sotto controllo

Sul piano delle concessioni, il decreto rafforza i poteri dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART). Quest’ultima potrà definire un modello tariffario uniforme per tutte le concessionarie, superando l’attuale approccio caso per caso adottato dal ministero.

Inoltre, per velocizzare le nuove gare in scadenza, il Mit potrà predisporre un elenco preliminare degli interventi di manutenzione anche in assenza del piano economico-finanziario completo. Una misura transitoria prevista per i primi tre anni dall’entrata in vigore del decreto, pensata per accelerare l’attivazione delle nuove concessioni.

Ricordiamo che il decreto Infrastrutture 2025 non è ancora legge, ma la sua impostazione disegna una traiettoria chiara: accelerare cantieri, semplificare regole. Tra grandi opere e piccoli aggiustamenti normativi, il provvedimento si prepara a diventare uno dei cardini della strategia infrastrutturale del governo.

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