Non c’è pace per l’AdSP del Mare Adriatico Settentrionale e Confetra Nord Est, attraverso la voce del proprio presidente Paolo Salvaro esprime tutta la propria preoccupazione e indignazione.
“Di questo passo i porti di Venezia e Chioggia sono condannati all’irrilevanza. Siamo esterrefatti di fronte alla richiesta del ministero dell’Ambiente di sottoporre a VIA nazionale l’attività di escavo e ripristino dei pescaggi del Canale Malamocco – Marghera. Si tratta di un’attività di manutenzione assolutamente fondamentale per l’accessibilità e, quindi, per il funzionamento del porto e che aveva già subito rallentamenti ingiustificabili. Erano state superate anche tutte le questioni che riguardavano l’uso delle palancole e dei pali in legno e trovata una collocazione ai fanghi scavati; ora questa decisione presa Roma, magari da funzionari che non hanno mai visto il canale Malamocco - Marghera e il nostro porto, rischia di bloccare tutto per un tempo indefinito. Quello che indigna, oltre all’assurdità, a nostro parere, della richiesta, è il metodo che si sta seguendo da troppo tempo per tutte le questioni, vitali, che riguardano il nostro porto. Questa continua incertezza, questo ribaltamento delle decisioni prese, così come i lunghi silenzi e l’incapacità di decidere su questioni centrali, come la croceristica e l’adeguamento della conca di Malamocco, non sono tollerabili. Qualsiasi attività economica e tanto più un porto con le sue complessità e reti di relazioni internazionali, ha bisogno di tempi certi e un di quadro regolatorio e normativo che non cambia ogni tre mesi. Cominciamo a chiederci se tutto questo sia l’effetto solo di superficialità e disattenzione o se, al contrario, risponde a un preciso disegno di depotenziamento e marginalizzazione dei nostri due porti di Venezia e Chioggia. Se pensano che vadano chiusi, ce ne spieghino le ragioni, e siano possibilmente convincenti, ma ce lo dicano in modo chiaro. Così avremo il tempo di farcene una ragione e di trovare un altro lavoro. In questo modo non è accettabile. Riguardo agli escavi, ricordo che anche a Chioggia dovevano essere già partiti vari interventi, dei quali, drammaticamente non si sa più nulla. Chiedo che tutto il tessuto economico e imprenditoriale veneto alzi la voce insieme a noi, perché la portualità di riferimento per la nostra Regione non sia abbandonata in questo modo, e chiedo che anche il presidente Luca Zaia e l’assessore Elisa De Berti facciano sentire la loro voce a Roma, su questi temi e anche sulla ventilata idea di scegliere solo Genova e Trieste, come porti di riferimento italiani per i traffici extra mediterraneo. Condividono questa impostazione o vogliono davvero difendere la nostra portualità insieme a noi?".