Nell’anno segnato dalla pandemia i dati relativi ai traffici dei porti lagunari confermano una prevedibile flessione rispetto al 2019: il porto di Venezia perde nel complesso 2,5 milioni tonnellate (-10,3%), percentuale da ridurre al netto del carbone, il porto di Chioggia perde, invece, circa 409 mila tonnellate (-31%).
Un calo, quello riportato dal porto veneziano
(-10.3%) nel corso del 2020 che, sulla
base degli ultimi dati disponibili, risulta inferiore al calo medio (-14.3%)
registrato lo scorso anno dai porti italiani comparabili sotto un profilo
geografico, di mercato e funzionale.
Nonostante gli effetti del coronavirus sull’economia mondiale il secondo semestre vede un miglioramento dei dati rispetto alla prima parte dell’anno nel confronto con gli stessi periodi del 2019. Ed è in particolare nel quarto trimestre che il porto di Venezia registra la diminuzione minore con un calo pari all’ -8,1% di tonnellate di merci movimentate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, percentuale che, al netto dell’intermediazione di carbone, si consolida ad un valore pari a -4.7%.
Va segnalato in tal senso che, il settore
carbonifero gioca un ruolo centrale nelle dinamiche generali
dell’intermediazione di merci del sistema portuale veneto. Infatti, per quanto
riguarda lo scalo veneziano, una rilevante porzione del traffico perduto nel
2020 è legata al crollo del carbone (-69,6%), causato dal graduale abbandono da
parte dell’Italia di questa fonte energetica in continuità con i principi
stabiliti dalla Strategia Energetica Nazionale. Al netto del carbone che
sconta decisioni non afferenti alle dinamiche portuali di Venezia, la flessione
dei traffici del porto veneziano passa quindi dal 10,3% al 6,3%.
Le rinfuse liquide segnano un -5,1% (-461 mila tonnellate), quelle solide che comprendono anche il carbone, si attestano sul -20,4% (-1,278 milioni tonnellate) mentre il general cargo registra un -8,6% (-844 mila tonnellate).
In controtendenza, con una crescita del 2,6%, alcuni prodotti alimentari come i mangimi e i semi oleosi, mentre tengono sostanzialmente le rinfuse siderurgiche (che diminuiscono del 6,6%) e i prodotti chimici che riportano una tenuta con un calo contenuto del 2%.
Sempre a Venezia, in calo Il settore container che perde 64.394 teu (-10,8%), una riduzione motivata in parte dalla decisione di molte compagnie di ridurre l’offerta di stiva anche attraverso un incremento del blank sailing riconducibile all’andamento economico connesso all’emergenza sanitaria e in parte dall’abbandono della linea diretta con il Far East che AdSP MAS intende recuperare nel più breve tempo possibile attraverso una importante operazione di escavo manutentivo, già avviata, del canale Malamocco-Marghera. Va inoltre segnalato che, i servizi feeder attivi presso il porto di Venezia hanno permesso di limitare la perdita di tale traffico connesse all’operatività della linea diretta con il Far East.
A Chioggia, invece, risultano azzerate le poche rinfuse liquide transitate nel porto nel 2019 e in flessione del 10,4% le rinfuse solide, con i prodotti per l’edilizia (cemento, calce, malta) che perdono più di 65 mila tonnellate. Segnali positivi arrivano, in questa categoria di merci, dai prodotti chimici solidi che crescono del 5,7% con 7mila tonnellate sebbene, in termini assoluti, tale tipologia merceologica rappresenti una realtà limitata. In calo del 59,3% anche il general cargo.