15/03/2012

Bartolomeo Giachino, presidente della Consulta nazionale dell'Autotrasporto e della Logistica

Dopo quattro settimane di blocco nazionale dei servizi, lei ha invitato una delegazione dei bisarchisti alla riunione della Consulta nazionale dell’Autotrasporto. Cosa è emerso dall’incontro?
Ho convocato associazioni e committenza presentando due richieste: alla committenza di convocare le associazioni sul tema delle bisarche; ai bisarchisti di sospendere il blocco. Durante l'audizione non si è parlato della rivendicazione dei costi minimi, ma dei problemi del settore  e i rappresentanti dell'associazione hanno illustrato quali sono le condizioni per sospendere il fermo: una prima convocazione a un Tavolo di trattativa e la verifica che la committenza sia concretamente disposta a proseguire il dialogo. Quel che va considerato è che le prime ripercussioni della protesta – e del suo irrigidimento attuato da lunedì scorso - stanno colpendo la produzione di autoveicoli. Lo stabilimento Fiat di Melfi ha ormai i piazzali pieni di autoveicoli, di qui la decisione del costruttore di sospendere la produzione dal 15 marzo. Il fermo sta di fatto paralizzando tutta la logistica automotive soprattutto al Centro Sud e in tutti gli snodi portuali. Se la situazione non si normalizzerà nei prossimi giorni, la Fiat dovrà procedere a ulteriori chiusure degli impianti italiani (oltre a quello di Melfi), compreso lo stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d'Arco, impegnato – fra l’altro - nel lancio europeo della Nuova Panda. La lettera che mi è arrivata nella notte dai bisarchisti raccoglie l'invito e dichiara la disponibilità a sospendere il fermo a fronte della convocazione del tavolo da parte della committenza.

Lo stralcio del protocollo trasporti dal Protocollo delle Alpi è in gran parte merito suo. Quali i vantaggi di tale decisione?
Il voto della commissione esteri del Senato sulla Convenzione delle Alpi, mantenendo lo stralcio del protocollo trasporti, conferma la giustezza della battaglia sostenuta dal precedente Governo e dalla Consulta Generale per l’autotrasporto e per la logistica, che ha voluto in questo modo salvaguardare le esportazioni italiane dal rischio di vedersi penalizzate dall’impossibilità di realizzare infrastrutture stradali, anche all’interno del territorio italiano, per trasportare i nostri prodotti in Europa, in assenza di un’offerta ferroviaria realmente comparabile. Ringrazio deputati e senatori che hanno consentito questo risultato importante. Una più attenta e ponderata riflessione, che porti a una nuova convenzione, potrà essere condotta allorché saranno disponibili infrastrutture alternative, come il tunnel del Gottardo. La Consulta dell’Autotrasporto e della Logistica, nell’ambito dei suoi compiti istituzionali, intende offrire il proprio contributo per una soluzione equilibrata e compatibile sia con il rispetto dell’ambiente alpino, sia con l’esigenza di tutelare la nostra economia.
 
Altro suo importante impegno ha riguardato il Piano Nazionale per l’Autotrasporto e la Logistica. Qual è – al momento – l’orientamento del governo Monti?
Il ministro Passera  ci ha di recente inviato una direttiva sull’attività della Consulta con la quale riconosce quanto fin qui svolto e considera il Piano presupposto indispensabile per far recuperare competitività al sistema economico italiano. Sollecita in primo luogo di indicare le azioni operative che il Piano considera prioritarie, ovvero quelle che concernono accelerazione dello Sportello Doganale Unico, city logistics, riduzione dei viaggi a vuoto via strada, piano per l’intermodalità e riduzione dei tempi di carico e scarico. E' un lavoro che abbiamo iniziato in questi giorni con una prima discussione nell'esecutivo della Consulta.

Share :