22/06/2015

Marc Vettard, amministratore delegato di STEF Italia

STEF è uno degli operatori logistici in prima linea all'Expo. Con il suo amministratore delegato, Marc Vettard, abbiamo tracciato un primo bilancio di tele esperienza, oltre ad avere affrontato temi di più ampio respiro inerenti le strategie aziendali del 3PL europeo specializzato nella logistica del fresco.

Cominciamo subito dalla vostra esperienza in Expo 2015: come ci siete arrivati? Che bilancio potete tracciare di questo periodo iniziale di operatività all’esposizione? 
Ci sono diversi motivi: il primo è legato alla location scelta per Expo quest’anno, il nostro Paese. Essendo STEF il primo operatore logistico in Italia, ci è sembrato naturale cogliere questa opportunità di accompagnare i nostri clienti europei e italiani nella loro strategia di comunicazione ed approccio all’evento. Il secondo motivo riguarda la Francia: Gl Events, uno dei principali operatori mondiali nell’organizzazione di eventi, è stato scelto dal padiglione francese per l’organizzazione dei servizi di catering. La scelta di Gl Events per l’approvvigionamento è caduta su STEF, capace di proporre una soluzione adeguata per il rifornimento del padiglione. Avendo tutte le caratteristiche strutturali e operative per poterlo affrontare, abbiamo deciso di approcciare l’evento: dispositivo logistico, network europeo a monte per il consolidamento delle merci provenienti dall’Europa, capacità di gestione del trasporto e ovviamente dei prodotti a temperatura controllata, senza dimenticare poi che molti dei player presenti in Expo sono già nostri clienti. L’azione su Expo ci permette di rafforzare la nostra immagine verso il mercato. Inoltre, questa esperienza in un settore nuovo ci permette di consolidare la nostra offerta di servizio, completandola. 

A quasi sei mesi dall’inizio del 2015 può indicare quali trend sta evidenziando il mercato nella vostra area di specializzazione (logistica del fresco e dell’agroalimentare) a livello di gruppo e in Italia? 
Nonostante i consumi alimentari non siano in crescita, abbiamo deciso di spingerci verso la specializzazione e verso soluzioni sempre più mirate a mercati specifici. Inoltre abbiamo deciso di intraprendere un grande investimento per garantire il rispetto della catena del freddo e poter accogliere la domanda di diverse aree di mercato, tra cui il mercato della carne e della IV gamma. In questo modo abbiamo consolidato la nostra immagine di operatore specializzato nelle diverse fasce di temperatura. Abbiamo anche deciso di investire sul potenziamento della squadra (in termini di numerica e di formazione del personale) e sulla qualità di servizio, per garantire ai nostri clienti la soddisfazione delle loro richieste e il rispetto degli impegni presi. Questi investimenti ci hanno consentito di rispondere alle esigenze del mercato, registrando inoltre un fatturato maggiore rispetto a quella che è la media di mercato. 

Avete progetti di espansione (a livello geografico-territoriale e di settore merceologico)? 
Le esigenze del mercato e la dinamica del nostro business ci spingono ad implementare il nostro dispositivo in due zone fortemente strategiche. Abbiamo previsto in Italia l’apertura di una nuova piattaforma a Bologna nel 2016 e la creazione di un nuovo polo logistico a Roma. La politica di espansione si riscontra anche negli altri Paesi europei dove, lo scorso anno, il gruppo ha acquisito importanti società tra cui Ebrex in Francia e Speksnijder Transport in Olanda. 

Qual è percentualmente l’incidenza del mercato Italia sul totale della vostra attività? Siete soddisfatti di tale posizionamento? 
L’Italia rappresenta circa il 10% del fatturato del gruppo. E’ il secondo Paese in termini di fatturato dopo la Francia. Inoltre, per il gruppo STEF, l’Italia rappresenta il Paese con più opportunità di crescita e può offrire ulteriori possibilità di sviluppo per il futuro. 

Come giudica le recenti “grandi manovre" (acquisizione di ND da parte di XPO Logistics, TNT Express che passa a FEDEx, ecc.)? Fanno bene al settore logistico? 
In un mondo altamente competitivo, in cui l’aspetto finanziario è il minimo comune denominatore delle attività economiche, le aziende sono costrette a raggrupparsi in un’ottica di globalizzazione e competitività. Le due operazioni citate nascono da una volontà di espansione che possa cogliere opportunità nei Paesi emergenti e standardizzare l’offerta di servizio worldwide. Nella corsa alla competitività, in un contesto di mercato che fatica a crescere in maniera naturale, le aziende sono costrette sempre più a unirsi per crescere e rafforzarsi attraverso operazioni di concentrazione. 

Volendo fare un confronto “logistico" tra Italia e Francia, quali “plus" dell’Italia esporterebbe in Francia e quali “plus" della Francia esporterebbe in Italia? 
I due mercati rispondono a caratteristiche diverse, tra cui la maggiore frammentazione delle aziende in Italia rispetto alla Francia: questo si esprime in masse critiche inferiori, difficoltà in ambito logistico e competitività con margini più ridotti. Esistono inoltre molte altre grandi differenze che non ci permettono di mettere a confronto i due Paesi: l’utilizzo delle cooperative, lo squilibrio produttivo (pensiamo alla diversità della produzione tra Nord e Sud Italia), la morfologia del territorio e le infrastrutture stradali diverse. In Italia comunque non mancano risorse e creatività e il modello logistico, anche di fronte alle nuove sfide in ambito ambientale ed economico, sarà costretto ad evolversi verso un modello maggiormente efficiente. 

Di recente avete potenziato il vostro accordo commerciale con Acquadea: che ruolo svolge questo specifico comparto per STEF? 
Stiamo crescendo anche nel settore ittico: l’accordo con Acquadea ne è un esempio, la creazione di Seafoodways, rete europea di raccolta e distribuzione di prodotti ittici, dello scorso anno e l’apertura di una piattaforma dedicata ai prodotti ittici a Roma nel giugno 2015 dimostrano la nostra volontà di espansione anche in questo settore di mercato.  

In Italia si fa tanto parlare di logistica collaborativa: un suo parere al riguardo (visto anche il recente premio da voi ricevuto per il progetto con Nestlé e PepsiCo)? 
Anche se le cose stanno cambiando, l’Italia deve fare la propria rivoluzione: deve evolversi nel capire che il miglioramento dei livelli di performance dovranno passare dalla logiche di collaborazione ed andare oltre i confini aziendali. Competitività e ottimizzazione passeranno attraverso la collaborazione trasversale fra le aziende. Credo molto nel contributo che le associazioni di categoria hanno nel divenire il driver di questo cambiamento, nell’ottimizzazione della catena e dei flussi che portano a questa trasversalità.

O.G.

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