28/04/2017

M.L. De Campo di di Gruppo Maganetti Spedizioni Spa

Ideato dal Gruppo Maganetti Spedizioni Spa - leader logistico in provincia di Sondrio - in collaborazione con Levissima (gruppo San Pellegrino Spa), il progetto LNG Valtellina Logistica Sostenibile nasce con lo scopo di promuovere un servizio di trasporto merci su gomma sostenibile dal punto di vista ambientale. Al centro c'è l’utilizzo del gas naturale liquefatto come carburante alternativo a diesel e benzina, ben più inquinanti. Ce lo ha illustrato Matteo Lorenzo De Campo, amministratore delegato e CEO di Gruppo Maganetti Spedizioni Spa.

 

 

Potrebbe parlarci del progetto in tutte le sue implicazioni, logistiche e non?

Il progetto prevede di sostenere un territorio specifico, ovvero la provincia di Sondrio, in una transizione tecnologica riducendo il consumo di gasolio e incentivando quello di metano, sia in forma compressa (CNG) che in forma liquida criogenica (LNG). Questo significa dotare la provincia di un’infrastruttura sufficiente e incentivarla anche dal punto di vista reddituale oltre che, ovviamente, culturale. Ci siamo prefissati di raggiungere tutti gli ambiti della mobilità: trasporto merci conto proprio e conto terzi, trasporto persone, distribuzione locale e mobilità privata. Vedere che i maggiori brand della provincia si muovono sulla sostenibilità ambientale significa incentivare sia tutto il resto dell’economia, sia i privati che ancora non prevedono di inserire nel proprio stile di vita anche l’attenzione a sostenibilità e ambiente.


 

Quale è l’idea forte che sta dietro all’iniziativa?

Inserire all’interno del settore dei trasporti anche un parametro di sostenibilità che abbia un valore importante e che, al contempo, non abbia incremento di costi: è dal 2010 che seguiamo lo sviluppo di veicoli sperimentali, ma l’unico carburante che avesse le caratteristiche per permetterci di iniziare il progetto, finora, è stato il metano liquido. Lo slogan del progetto è divenuto quindi “puoi essere più sostenibile e non ti costa nulla".


 

Quale è stata la risposta del territorio?

La risposta associativa è stata subito molto forte, mentre la risposta da parte delle industrie locali altalenante. Alcune aziende (Levissima, Ghelfi Ondulati) hanno sposato immediatamente il progetto, altre lo stanno osservando con attenzione, facendo anche dei viaggi test. Altre realtà, ad oggi, non hanno alcun parametro di sostenibilità all’interno dei loro piani strategici.


 

Quali investimenti ha comportato il progetto?

Il progetto ha comportato ingenti investimenti in termini economici. In particolare la stazione di rifornimento (circa 1 milione di euro) e l’acquisto dei veicoli (fra i 110.000 e i 130.000 euro a seconda del modello, contro un costo medio di circa 85.000 euro per un pari veicolo a gasolio). Al contempo questi investimenti sono stati calmierati da alcuni incentivi nazionali per l’acquisto dei veicoli (13.000 euro il primo anno, 20.000 il secondo); la restante parte dei costi verrà assorbita in 5 anni dal minor costo di circolazione del veicolo a metano liquido. Ci sono stati anche notevoli investimenti in termini di tempo, pubblicizzando il progetto sul territorio ai privati e alle aziende, a diversi convegni, seguendo le varie fasi evolutive dei camion. Ricordo che il progetto è iniziato nel 2014, quindi quasi due anni prima dell’arrivo del nostro primo veicolo.


 

Quali le criticità e le difficoltà di proporre/realizzare un progetto come questo nel nostro Paese?

Le criticità ci sono state, ma non elevatissime: alcuni sindaci sono stati molto attenti al progetto, mentre la parte politica locale e regionale non è stata molto partecipe; la parte tecnica, invece, moltissimo. Tutti i dubbi, essendo tecnologie non ancora affermate, sono stati affrontati con professionalità da parte dei vari enti preposti e spesso sono stati proattivi nel facilitarci la parte burocratica, a parte ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, ndr). La criticità maggiore è la diffidenza da parte dell’economia e dei trasportatori in particolare a investire su un carburante alternativo: il mondo delle energie è stato drogato e questo ha creato molta diffidenza, inoltre i trasportatori sono un settore a fortissima competizione e la performance del veicolo e dell’autista sono il parametro più importante. Tuttavia tutti quelli che hanno provato i veicoli ne sono rimasti estremamente soddisfatti.

 


Quali obiettivi vi siete dati a breve-medio termine?

Il progetto è totalmente operativo per quanto riguarda i veicoli pesanti: 36 tir per la nostra flotta, 5 di un altro trasportatore; a breve verrà messo in strada il primo eurocargo a metano per la distribuzione urbana e, prossimamente, il primo camion conto proprio alimentato a LNG. L’obiettivo a breve termine è continuarne la diffusione sia a livello professionale che a livello locale, incentivando la nascita di progetti similari in altre parti d’Italia. Quello a medio termine, invece, è sostenere la diffusione del progetto anche su fasce diverse, ovvero il trasporto di persone e la distribuzione urbana, oltre che portare grandi gruppi industriali a ragionare su questa tipologia di carburante per i propri trasporti. L’obiettivo principe, nel medio/lungo periodo, è la formazione di una partnership per la creazione e l’utilizzo di biometano prodotto da scarti (liquami animali, raccolta differenziata o depuratori). Utilizzando questo carburante il veicolo a metano diventa estremamente sostenibile, azzerando la presenza percentuale di CO2 e PM e utilizzando una fonte di energia rinnovabile. Un veicolo pesante a bioLNG non ha paragoni in termini di sostenibilità ambientale. E l’impegno è che non costi neppure di più di uno a gasolio.

 

A cura di Ornella Giola

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