20/06/2016
In un mondo sempre più affollato con obiettivi sempre più
ambiziosi, le prestazioni energetiche del trasporto migliorano anche grazie agli investimenti
nel rinnovo del parco circolante effettuati al fine di rispettare l’ambiente e la sicurezza.
Ma quanto inquinano i trasporti? E quanto veramente il trasporto merci su strada? Il settore,
troppo spesso accusato di inquinare e congestionare le strade, oggi è divenuto un settore
attento alla sostenibilità, il quale non si sottrae ai sempre maggiori sforzi che gli sono
richiesti per rispondere alle esigenze ambientali.
Occorre un approccio integrato ai trasporti sostenibili che includa anche l’autotrasporto, per
realizzare una crescita sostenibile che sia allo stesso tempo efficiente.
È questo il fil rouge che ha indirizzato i lavori assembleari di ANITA, durante i quali ha reso
noti i dati dello studio condotto tra i propri associati, per i quali gli investimenti in beni e
servizi volti alla modernizzazione tecnologica ed ecologica e alla formazione in materia di
sicurezza ed efficienza, sono indispensabili per rimanere competitivi.
I risultati dell'indagine ANITA indicano un settore attento ai temi ambientali
Dall’indagine è emerso che più del 97% degli intervistati ha sostenuto investimenti
apprezzabili in categorie attinenti alla sostenibilità e alla sicurezza. Oltre il 90% ha
acquistato nuovi veicoli più efficienti e meno inquinanti. Circa il 33% ha previsto attività
formative per il personale finalizzate al risparmio energetico; quasi il 30% ha migliorato le
strutture aziendali in termini di efficienza energetica e il 27% ha realizzato un aumento di
trasporti intermodali.
In aggiunta, oltre l’86% delle imprese ha percepito come “positivo" l’impatto di tali tipi di
investimenti sulla performance aziendale media del triennio di riferimento (2012-2014), con
il 20% del campione che lo ha ritenuto “fortemente positivo".
Infatti, la rilevazione ha evidenziato come la crescita media del volume d’affari sia stata del
13,5% rispetto alle imprese che non hanno realizzato tali investimenti le quali, al contrario,
hanno registrato una contrazione dei ricavi pari all’8,4% e i risultati dello studio
confermano che maggiore è stato l’investimento, più significativo è stato il riflesso positivo
sul fatturato.
Sì alla cultura del ferro, ma che non deve provocare "intolleranza" al trasporto su strada
“Oggi, chiediamo alle istituzioni di continuare a sostenere il settore con misure che
incentivino il rinnovo del parco veicolare accelerando l’emanazione del decreto
investimenti – che rischia altrimenti di frenare il contributo del settore al miglioramento
dell’impatto ambientale – e che disincentivino al tempo stesso l’utilizzo dei veicoli di
vecchia generazione - ha detto Thomas Baumgartner, presidente dell'associazione - Le aziende di ANITA sono da sempre favorevoli al trasporto intermodale e ne sono
state pioniere. Restiamo, però, dell’idea che la conversione modale verso il ferroviario
sia economicamente sostenibile soltanto con il sistema non accompagnato, ossia
caricando la sovrastruttura o il semirimorchio sui vagoni e non l’intero complesso
veicolare e soltanto per percorrenze superiori ai 500 km e che sono da evitare
interventi dirigistici che forzino lo shift modale. Serve sì una cura del ferro, ma non
deve provocare una «intolleranza» alla gomma".
Occorrono strade più moderne, sicure e aperte alla sperimentazione
Nella relazione è stata richiamata anche l’importanza del potenziamento dell’infrastruttura
ferroviaria che permetta l’utilizzo di treni lunghi 750 metri e capacità di carico di 2.000
tonnellate con il rifacimento delle gallerie per permettere il trasporto di semirimorchi di
altezza di 4 metri, nonché l’eliminazione del doppio macchinista.
Per quanto riguarda l’internalizzazione dei costi esterni, ANITA sostiene che la congestione
stradale debba essere esclusa dai costi esterni poiché il vettore già subisce tale costo,
spesso dovuto all’inefficienza dell’infrastruttura stradale e che “Bisogna proseguire con
l’ammodernamento e l’ampliamento della rete viaria per fronteggiare l’aumento del
traffico, ma soprattutto per aumentare la sicurezza stradale considerando, inoltre, che
non possiamo precluderci la sperimentazione di nuove tecnologie come il platooning o i
gigaliner, o i semirimorchi P18".
Tutti i nodi del settore cui il ministro Delrio deve prestare attenzione
Non solo attenzione all’ambiente e alla sicurezza, ma anche alla sostenibilità economica
delle imprese.
“Contiamo sul ministro Delrio affinché siano sciolti tutti i nodi rimasti ancora irrisolti
come la decontribuzione per gli autisti impegnati nei trasporti internazionali, la
sospensione del contributo per il SISTRI, la «barriera al Brennero» che deve essere
evitata, così come deve essere evitato che le norme SOLAS sulla sicurezza marittima si
traducano in un blocco delle esportazioni delle merci italiane, conseguenza che può
essere scongiurata con l’installazione di pese dinamiche per i container all’interno dei
porti ".
Baumgartner ha concluso con le parole “quello che conta veramente è diffondere una
«cultura della sostenibilità» affinché ogni azienda e ciascuno di noi possa davvero
contribuire a mantenere per le future generazioni un mondo intatto nel tempo".
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