22/07/2016

Walmat sceglie Uber per gestire l'e-commerce

Il gigante americano Walmart ha deciso di colmare il suo gap nell’e-commerce affidandosi a Uber (nota app che fornisce autisti privati nata a San Francisco, in piena Silicon Valley) per la consegna a domicilio dei suoi prodotti. I 4.600 punti vendita Walmat negli Usa sono regolarmente serviti da 6.500 camion, guidati da 8.000 autisti. Walmart dispone di una delle cinque più grandi flotte di mezzi private degli States e se ne serve efficacemente per raggiungere i suoi 190 centri di distribuzione. Centri dai quale poi le merci sono distribuite verso i 100-150 ipermercati posti nelle prossimità. A fronte di questa macchina così ben organizzara la divisione e-commerce lascia invece a desiderare. Nel 2015 l’insegna ha realizzato 13,7 miliardi di giro d’affari, una cifra notevole, ma se paragonata ai 100 miliardi incassati dal “rivale" Amazon può sembrare poca cosa. Ora Walmart vuole recuperare il tempo perso; di qui la decisione di dar vita a 8 centri specializzati nella distribuzione e-commerce e che serviranno 80 magazzini del gruppo dedicati alle vendite online. 


Prove tecniche di servizi per gli e-shopper
Il gruppo ha quindi elaborato anche un programma pilota: per 49 dollari l’anno ai clienti viene offerta consegna domiciliare gratuita nell’arco di due giorni. Da aprile Walmart propone poi la formula "click and pick" in cinquanta città americane: il cliente fa gli acquisti online e poi li viene a recuperare più tardi al supermercato. Ma che fare per quei clienti che vogliono le consegne a casa? Ovvero che fare di quello che gli addetti ai lavori hanno definito “il dilemma dell’ultimo chilometro?". Come portare le merci a domicilio senza perderci? Di qui la decisione dei vertici Walmart di testate delle altrenative rappresentate dai nuovi attori della Silicon Valley, facendo appello ai conducenti di Uber a Phoenix in Arizona e chiedendo poi di fare prove analoghe agli altri suoi fornitori, ovvero Lyft a Denver in Colorado e Deliv a Miami in Florida (quest’ultima promette consegne il giorno stesso degli acquisti ai clienti di Sam’s Club, filiale di Walmart). Perché siano state scelte città come Phoenix e Denver non viene spiegato dagli strateghi di Walmat, tuttavia da una analisi attenta emerge che in queste città l’uso di Uber e dei suoi concorrenti da parte dei cittadini è tra i più alti d’America. 


I punti deboli della soluzione in fase di test
Il sistema messo in piedi con Uber, Lyft et Deliv comincia a casa. Il consumatore passa l’ordine online e sceglie una fascia oraria di consegna (pagando 6-10 dollari direttamente a Walmart); gli impiegati del punto vendita riempiono la borsa del cliente e poi chiamano l’autista che effettuerà la consegna a domicilio. La domanda che tuttavia resta aperta è la seguente: il sistema in via di test di Walmat avrà la forza e la capacità di far fronte alla concorrenza super-organizzata di rivali super-competivi com Amazon? Ricordiamo infatti che Uber si affida a una rete di privati che decidono di fare gli autisti quando lo decidono loro: come comportarsi nei periodi di super-punta se buona parte di essi decidesse di non effettuare il servizio? Un po’ meglio va col fornitore Deliv, anch’esso basato su autisti privati ai quali però impone di realizzare sicuramente servizio in certe fasce orarie. Secondo alcuni critici le soluzioni messe in campo per il momento da Walmart in effetti potrebbero non bastare e il colosso si dovrà decidere a rivolgersi a professioni delle consegne door-to-door, come le poste, UPS o FedEx. Staremo a vedere!
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