13/10/2022

Parla Ettore Autunno, vicepresidente di Clo

Clo, acronimo di Cooperativa Lavoratori dell’Ortomercato, è realtà che è stata presente a Padova Fiere nell’ambito del Green Logistica Expo 2022. Nell’occasione abbiamo incontraro il vicepresidente della cooperativa, Ettore Autunno.




Ettore Autunno


Qual è la storia della vostra cooperativa?

Clo è nata nel 1937, 85 anni, all’interno dell’Ortomercato di Milano e si è sviluppata negli anni 80, quando in pratica è uscita ‘dai confini’ di quella struttura per seguire lo sviluppo che già allora stava evolvendo il mondo della logistica nel suo complesso e con il tempo abbiamo integrato la mera attività di facchinaggio con quella di quel settore nel suo complesso. Quando nel 1989 sono entrato nella cooperativa i soci erano 250, oggi siamo arrivati ad oltre 2000 come Clo e come Gruppo ad oltre 3000 presenti in sei regioni del Paese. La sede principale adesso è a Siziano, alle porte di Milano ma in provincia di Pavia. Nel particolare, abbiamo iniziato trattando il settore dell’ortofrutta, quindi ci siamo spostati nel mondo della Grande Distribuzione per arrivare con il tempo aa coprirne anche altri. Attualmente all’interno dell’Ortomercato contiamo su una forza lavoro residuale dei nostri operatori, mentre tutti gli altri sono distribuiti in maniera tale da coprire le esigenze di tutto il Paese, mezzogiorno compreso. Ora copriamo anche attività che vanno dal service alla logistica, primaria, di magazzino e anche di destinazione. Per fare un esempio, abbiamo creato una flotta e consegnamo casa per casa gli acquisti per conto di Cortilia, uno dei nostri clienti più importanti. Ma non è certo il solo in ordine di grandezza e notorietà perché possiamo anche annoverare fra i nostri partner - solo per citarne alcuni e dare un’idea della loro eterogeneità - anche B Ticino, Metro, Coop, Brico, Uniontrade, Cst, Movimoda…



Quale ritiene sia la situazione attuale del settore e come la vede in prospettiva, a breve e medio termine?

Attualmente il mercato sta soffrendo molto, soprattutto per i costi che stanno levitando in maniera impressionante. Le spese sono andate alle stelle, e si fatica poi a caricarle sui prezzi finali, quindi di fatto caricandole nei confronti del cliente finale. Bisogna capire al più presto, come risolvere il problema, che alla lunga si può rivelare insostenibile, con conseguenze nefaste su tutti gli attori della filiera. È necessario creare un sistema di concerto con i committenti che sappia fare fronte a questi gravi problemi. In pratica, bisogna sedersi insieme a un tavolo e prendere decisioni incisive che possano riequilibrare il mercato. Il valore aggiunto, nell’immediato futuro, deve essere la trasparenza, e insieme dobbiamo decidere come percorrere insieme questa strada, agire in una situazione di partnership che non tenga conto solo del guadagno del singolo, ma che si riveli in grado di bilanciare le diverse fasi di lavorazione. Noi dobbiamo anche tener conto delle esigenze dei nostri singoli soci, che in genere operano in una situazione di monoreddito e non possono essere penalizzati visto che metterebbero a rischio l’intera economia familiare. Ogni posto di lavoro perso significa la messa a rischio della sopravvivenza di una famiglia intera, e la nostra filosofia aziendale non lo può permettere. Se vogliamo continuare a lavorare onestamente credo che questa sia l’unica strada da percorrere.



In termini di innovazione tecnologica come vi state muovendo?

Si tratta di un argomento che consideriamo di primaria importanza. Recentemente abbiamo adottato l’esoscheletro, una sorta di zaino sviluppato e progettato dalla start up Agade, spin-off del Politecnico di Milano. Si tratta di un apparecchio cibernetico che supporta le capacità fisiche e tutela la salute di chi lo utilizza alla stregua di una sorta di “muscolatura artificiale" che aiuta in maniera quasi rivoluzionaria gli addetti di magazzino che così possono ‘sentire il peso’ di un carico come se fosse di 5 chili pur spostandone 15: un grande ausilio in termini di carico di lavoro, un supporto professionale molto importante anche dal punto di vista sociale. 




Clo ha adottato l’esoscheletro, una sorta di zaino sviluppato e progettato dalla start up Agade



Quindi anche dal punto di vista della sostenibilità nel suo complesso…

Sicuramente, anche perché ritengo il termine stesso di ‘sostenibilità’ una bella parola che però ha la necessità di essere applicata in maniera estesa. Posso affermare che per quanto ci riguarda tendiamo a non dimenticarcene mai. Per esempio uno dei nostri compiti precipui è quello di considerare i rifiuti alla stregua di un vero e proprio valore aggiunto, quindi tutto quello che viene scartato - carta, plastica, legno - lo recuperiamo per metterlo a disposizione di chi può riciclarlo al meglio perché vengano riutilizzato. E rifacendomi anche a quello che dicevo in precedenza voglio sottolineare che Clo riserva particolare attenzione alla sostenibilità verso le persone grazie ad una attenta politica di welfare interno. Per questo abbiamo creato una serie di convenzioni - assicurative, sanitarie, economiche - di cui possono usufruire tutti i nostri soci. Ancora abbiamo costruito dei mini-appartamenti a Siziano mettendoli a disposizione ciclicamente di alcuni ragazzi extracomunitari nostri addetti che quando sono arrivati in Italia non avevano un alloggio. Un supporto importante che, in collaborazione con il Comune di Milano, comprende anche un percorso di formazione professionale fino all’assunzione definitiva. Da quando è partito il progetto sono state finora quasi 200 le persone che hanno usufruito di questo iter integrativo. Mi piace definirlo supporto sociale applicato al settore della logistica, un’azione di grande sensibilità verso ‘l’altro’ del tutto innovativa, di cui andiamo giustamente molto fieri.



Tiziano Marelli

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